“Bridgerton 2” è stata rilasciata da pochissimi giorni su Netflix. L’attesissima seconda stagione dell’omonima serie tratta dai libri di Julia Quinn è ora disponibile e io non me la sono certo lasciata sfuggire. Vieni a scoprire cosa ne penso.
Bridgerton 2: la trama
Lord Anthony Bridgerton, primogenito nonché visconte, è ufficialmente alla ricerca di una moglie adeguata.
Guidato dal senso del dovere che lo ha sempre accompagnato da quando si è preso carico della famiglia, si mette al lavoro per trovare una compagna che sia all’altezza del ruolo, ma non ottiene i risultati sperati.
Finché Kate Sharma e la sorellina più giovane, Edwina non giungono dall’India per la Stagione.
Anthony comincia allora a corteggiare Edwina, ma la sorella Kate ha scoperto che l’amore vero non è fra le priorità del Visconte e quindi fa di tutto per ostacolare la loro unione.
Peccato che in questa opera di dissuasione, Kate non faccia che avvicinarsi sempre di più a Anthony, complicando la situazione, perché quando ci sono di mezzo i sentimenti è difficile stare alle regole imposte dalla società.
Questa seconda stagione è tratta dal libro “Il visconte che mi amava” di Julia Quinn.
Leggi il libro
Bridgerton 2: cosa non mi è piaciuto
Vado dritta al punto. I questa serie non mi è piaciuta affatto lei, la protagonista: Kate Sharma.
L’ho trovata smorfiosa, arrogante, sempre pronta a dimostrare di averlo più lungo di Anthony , un po’ troppo “spaccona” per i miei gusti e a tratti dura.
Il continuo battibeccare fra lei e il Visconte non ha che smorzato e soffocato i toni di questa storia d’amore, anziché rinfocolare la passione.
Perché in effetti, questi due, se lasciati da soli, si lanciano sguardi da polverizzare i cuori, ma sono attimi fuggevoli, surclassati poi da quei continui diverbi inutili.
Kate: quando il troppo amore fa male
Kate è un personaggio che sotto l’egida del “voglio che tu sia felice” ha provocato solo danni.
Non fa altro che tradire se stessa in nome dell’amore per la sorella; una sorta di mamma coccodrillo.
Ama talmente tanto Edwina che finisce quasi per mangiarsela, impedendole di fare le sue scelte, e pilotandone la vita in ogni dettaglio.
Per Edwina è stata di fatto una madre e un padre, visto l’accordo che è arrivata a stringere con i nonni della giovane.
La sua ingerenza, seppur sotto le mentite spoglie delle più meritevoli intenzioni, non ha che portato a disastri.
Del resto non è forse vero che le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni?
Bridgerton 2: il visconte affardellato
Anthony Bridgerton si prende cura della famiglia dopo la morte prematura del padre e si affanna a cercare una moglie con la testa, anziché col cuore.
Toccanti i flashback della dolorosa perdita del padre, quando di punto in bianco il giovane Anthony, primogenito, si vede rotolare addosso le responsabilità familiari, pesanti come macigni.
Lo vediamo impegnato nel redigere una lista delle papabili pretendenti e approcciarsi alla ricerca con la razionalità e l’impegno di chi deve portare a termine un compito importante.
Peccato che quando si tratti dell’amore e delle emozioni, la razionalità non serva a nulla.
Anthony se l’è raccontata fino alla fine, insieme a Kate.
Non fanno altro che lavorare per rendere felici i loro cari, ma quando si tratta del loro desiderio? Lo imbavagliano, lo soffocano e finiscono così per tradire se stessi.
Società Vs personalità
In questa Londra della Reggenza non è certo facile essere se stessi, uscire dagli schemi imposti, inseguire il proprio desiderio, perché poi ci si deve scontrare con le regole, l’etichetta, la società… eppure l’amore vale lo sforzo.
La storia di Kate e Anthony assume toni melodrammatici che raggiungono le vette più alte nella cappella, sotto gli occhi della Regina.
Mi chiedo, ma c’era bisogno di tirarla così per le lunghe questa farsa?
Lei sublima il suo desiderio nella sorella, lui anziché dominare gli eventi, si fa dominare; risultano entrambi ingessati nelle loro gabbie mentali e le uniche scintille di emozioni mi sono arrivate da quei fuggevoli e rari momenti in cui sono stati sul punto di lasciarsi andare.
Avrebbero potuto dare molto di più senza dover ricorrere al melodramma da soap opera.
Bridgerton 2: cosa mi è piaciuto
Nonostante tutto, la serie me la sono goduta, perché il corollario di personaggi che ruota intorno a Kate e Anthony non ha tradito le aspettative.
La Regina è sempre lei, con la sua ironia, le sue espressioni indolenti e annoiate, il suo desiderio di colorarsi le giornate con qualche pennellata di emozione.
La sua maschera è perfetta, tranne quando in scena entra in scena Re Giorgio perso nella propria follia, perché allora rivela tutta la sua fragilità, il suo travaglio.
Eloise, Penelope, Benedict, Colin, Lady Featherington, fanno tutti parte di quella tavolozza di sfumature umane che nel bene o nel male, lascia il segno.
C’è chi ama Eloise e chi la odia; io l’adoro perché lei stretta in quella maglie non ci sa stare, perché Eloise non la conquisti con i vestiti e i balli e i gioielli.
Eloise è una di quelle donne che fai tua a partire dal cervello, perché lei è curiosa, non dà nulla per scontato, ha sete di sapere.
Eloise, fasciata nel raso con le piume in testa è una macchietta al cospetto della Regina, priva di grazia nel ballare, ma mettile in mano dei libri che hai letto e chiedile un’opinione, parlale delle donne e del loro posto nella società, accendi il suo desiderio di conoscenza, e allora è fatta.
Devo danzare con un mucchio di rospi, sperando che uno sia un principe?
Bridgerton 2: una grande assenza
Inutile negarlo, chi non si è chiesta: ma dove è finito il Duca di Hastings?
Googlando in giro ho scoperto che qualcuno aveva perfino paventato l’ipotesi che il marito di Daphne fosse morto.
Il Duca è vivo, sta bene, ma ci dovremo accontentare di ritrovare solo Daphne e il piccolo erede,
La Duchessa è sempre in forma e ha anche l’occhio lungo, infatti a lei è bastato uno sguardo per capire come stavano davvero le cose fra Anthony e Kate.
Del Duca invece non c’è traccia ma se ho capito bene è per un motivo molto banale: il contratto firmato dall’attore valeva solo per la prima stagione e lui nel frattempo è impegnato in altre produzioni.
Peccato! Secondo me un cameo non avrebbe guastato.
Leggi cosa penso della prima stagione
Bridgerton 2: conclusioni
In questa seconda stagione comunque Anthony e Kate una cosa ce l’hanno insegnata: bisogna inseguire il proprio desiderio e volersi più bene, anche se la società con i suoi costumi e le sue regole lo rende un compito difficile.
La ricompensa sarà sempre all’altezza del lavoro speso, perché in ogni caso anche essere felici è un lavoro.
Mi rammarico per la scelta di raffreddare la sensualità in nome del voler “suggerire” più che “mostrare”.
Pare che si siano volute prendere le distanze non solo dalle torride atmosfere sensuali della prima stagione, ma anche dal matrimonio riparatore, che invece è stato adoperato dalla scrittrice per dare una scossa a questa sorta di triangolo amoroso.
Mi ha appassionato l’universo dei Bridgerton, ma non i protagonisti principali.
Personalmente mi sarebbe piaciuto un po’ più di pepe e un po’ meno melodramma, ma ciò non mi impedirà di aspettare con trepidante attesa la terza stagione e scoprire chi sarà il prossimo protagonista.
Magari l’artista di famiglia, Benedict Bridgerton?
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